E’ tutto in un nome: Emmeline. E’ questo, infatti, quello del progetto che dal 2023 racchiude in sé le iniziative del Vero Volley per una serrata lotta alla violenza e agli abusi, prima di tutto di genere. Un’iniziativa che coinvolge tutto il mondo del Consorzio fin dalle sue prime squadre, quelle di serie A1 femminile e SuperLega maschile con i loro atleti, il settore giovanile, i collaboratori, dirigenti, partner, tutti, orgogliosi ambasciatori di un modo di pensare che non lascia spazio a dubbi o discriminazioni.
Lo sguardo del Consorzio Vero Volley, infatti, è sempre rivolto verso un’attività di valore e con i giusti valori, come il merito, l’inclusione, l’uguaglianza e il rifiuto di ogni forma di abuso o di violenza.
M’AMA O NON M’AMA?
…m’ama o non m’ama? Scoprirlo è la domanda più importante per tutti gli innamorati! Ma se il sentimento è alla base dell’amore, altrettanto non può non esserci il rispetto, perché senza questo nessun rapporto può avere un futuro. Ancora di più se al posto del rispetto… si presenta la violenza!
Perché quando si parla di violenza si pensa innanzitutto a quella fisica, ma ci sono molte altre forme di violenza che si possono anche combinare tra loro: fisica, psicologica, sociale, sessuale, economica, molestie, stalking…
Perchè “Mi ama se” mi fa sentire libera, mi rispetta, mi fa ridere…
E “Non mi ama se” mi picchia, mi minaccia, mi critica sempre…
Però è vero che “La amo se” la ascolto, non la giudico, ho fiducia in lei
Ma “Non la amo se” la umilio, la controllo, allontano le persone intorno a lei.
Perché l’amore e la violenza riguardano tutti, i maschi e le femmine, chi ne gioisce e chi la subisce, o se ne rende protagonista. Perché se possiamo sfogliare i petali di una margherita in un gioco da bambini chiedendoci se “m’ama o non m’ama”, ancora di più dobbiamo guardare “dentro” ai nostri rapporti per scoprire se il nostro è vero… amore!
I NUMERI DELLA VIOLENZA DI GENERE
Il 31,5% delle donne 16-70enni (6 milioni 788 mila) ha subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale, come riporta l’Istat: il 20,2% (4 milioni 353mila) ha subìto violenza fisica, il 21% (4 milioni 520mila) violenza sessuale, il 5,4% (1 milione 157mila) le forme più gravi della violenza sessuale come lo stupro (652 mila) e il tentato stupro (746 mila).
Ha subìto violenze fisiche o sessuali da partner o ex partner il 13,6% delle donne (2 milioni 800 mila). Il 24,7% ha subìto una violenza fisica o sessuale da parte di non partner. Le forme più gravi di violenza sono esercitate da partner, parenti o amici: gli stupri sono stati commessi nel 62,7% dei casi da partner, nel 3,6% da parenti e nel 9,4% da amici. Gli sconosciuti sono autori soprattutto di molestie sessuali (76,8% delle violenze).
Oltre alla violenza fisica o sessuale le donne subiscono forme di violenza psicologica ed economica, vessazioni, comportamenti di umiliazione, svalorizzazione, controllo, intimidazione, nonché di privazione o limitazione nell’accesso alle disponibilità economiche proprie o della famiglia. Sono il 26,4% le donne che hanno subito violenza psicologica o economica dal partner attuale e il 46,1% da parte di un ex partner, mentre i figli sono stati oggetto di minaccia e ritorsione per circa 50 mila donne (0,3%). Per le donne che si sono separate dall’ex la strumentalizzazione e la minaccia dei figli raggiunge il 3,4%, le violenze psicologiche gravi il 13,5%.
Nel 2023 in Italia sono stati denunciati oltre 4.500 casi di violenza sessuale, registrando un incremento del 5% rispetto all’anno precedente. A ciò si aggiunge il drammatico aumento del fenomeno della diffusione non consensuale di materiale intimo, che ha visto una crescita del 7%, con più di 1.200 denunce. Non meno allarmante è il dato relativo alle molestie sessuali, sia fisiche che online, che hanno interessato una donna su tre. Tuttavia, queste cifre raccontano solo la punta dell’iceberg, poiché tante sono le donne, sopraffatte dalla paura o dal timore di essere giudicate, che non trovano il coraggio di denunciare, come riporta la Fondazione Una, Nessuna, Centomila con la sua campagna “Se io non voglio, tu non puoi”.
I NUMERI SULLA VIOLENZA NELLO SPORT
Quattro minori su dieci che praticano sport sono o sono stati vittime di violenza e abusi nel contesto sportivo. È questo il risultato di uno studio condotto su un campione di quasi 1500 atleti realizzato da Nielsen per un progetto di ChangeTheGame (cui è destinata una parte del ricavato dalla vendita del Calendario “True Love” 2025) con il supporto del Consorzio Vero Volley.
È emerso che il 39% degli intervistati ha ammesso di aver subito violenza nella pratica sportiva nei suoi primi 18 anni (il 19% ha subito violenze multiple), con il 30% che è stato vittima di violenza psicologica, il 19% di violenza fisica, il 15% di neglect ed il 14% violenza sessuale. A risentirne maggiormente i livelli agonistici nazionali o internazionali, con violenze che arrivano per il 35% da compagni di squadra e per il 30% da allenatori, spesso con episodi assimilabili al bullismo. La maggioranza degli atleti che ha subito violenze e abusi nello sport non ha mai chiesto aiuto (56%).
IL PROGETTO EMMELINE
All’inizio della stagione sportiva 2023-2024, il Consorzio Vero Volley ha dato vita al Progetto Emmeline per una serrata lotta alla violenza e agli abusi, prima di tutto di genere. Un’iniziativa che coinvolge tutto il mondo del Consorzio fin dalle sue prime squadre, quelle di serie A1 femminile e SuperLega maschile con i loro atleti, il settore giovanile, i collaboratori, dirigenti, partner, tutti, orgogliosi ambasciatori di un modo di pensare che non lascia spazio a dubbi o discriminazioni.
Il Progetto Emmeline si articola in una serie di attività con lo sguardo rivolto verso la condivisione di valori come il rispetto, il merito, l’inclusione, l’uguaglianza e il rifiuto di ogni forma di abuso e violenza.
Per questo il Consorzio Vero Volley attiva e propone diverse iniziative come incontri di formazione e confronto, visite di mostre, approfondimenti, azioni di contrasto agli haters, ideazione e promozione di materiali promozionali e informativi, la proposta di “Mi ama se… Non mi ama se…”, la partecipazione a incontri con giornalisti e letterati, oltre a una particolare attenzione all’organizzazione della pratica sportiva con protocolli di sicurezza dedicati e una proposta quotidiana sui campi di gioco e in tutto l’ambiente coinvolto dove, nel concreto, nessuna forma di discriminazione è e può essere ammessa, in alcun modo.
Il Progetto Emmeline fonda le sue radici negli stessi oltre 15 anni di vita del Consorzio Vero Volley, nei suoi valori, nella sua responsabilità e cultura e ne raccoglie la testimonianza. Un fatto tutti i giorni di impegno sociale e investimento sui giovani e sullo sviluppo delle loro abilità di vita, guidato da valori veri.
Per non lasciare mai che si affievolisca la voce e si abbassi la luce su un dramma che deve essere affrontato, combattuto e sconfitto non solo in una giornata dell’anno o in occasione delle sue tragedie.
IL SEGNALIBRO
Così, il Consorzio Vero Volley ha pensato anche a un regalo per tutti i ragazzi del suo settore giovanile: un segnalibro. Già da solo è un simbolo di cultura, che rappresenta una delle prime e principali armi per combattere la violenza e l’ignoranza che la genera.
Ma non solo. Abbiamo voluto riportare sui nostri segnalibro dei pensieri, spunti da approfondire, cui rispondere. Per scoprire con un sorriso se la vostra “storia” è una bella storia o se, forse, qualcosa non va…
Questo segnalibro realizzato nell’ambito dell’iniziativa “Mi ama se… Non mi ama se…” e del progetto Emmeline, promossi dal Consorzio Vero Volley, è uno spunto e uno strumento per un confronto sui temi che riportano. Sia per i ragazzi che le ragazze, nelle diverse versioni che sono state realizzate dei segnalibro sono stati sottolineati comportamenti positivi, legati all’amore, e comportamenti negativi e violenti, propri di un rapporto malsano.
L’invito è di leggerlo insieme con altre persone, parlarne, rifletterci e approfondire i temi anche con confronti come quelli periodicamente previsti negli incontri tra gli atleti e le atlete delle prime squadre di Vero Volley e i ragazzi e le ragazze del settore giovanile del Consorzio.
Con questo regalo abbiamo voluto invitare a riflettere insieme sui comportamenti, perché è anche così che può nascere la consapevolezza, raccomandando a tutti anche di non avere mai paura di affrontare quello che non va, di denunciarlo e combatterlo se dovesse essere necessario.
Perché il rispetto e l’attenzione che dobbiamo agli altri, oltre che a noi stessi, devono venire prima dell’illusione di un sentimento “malato”. E non è certo amore quello che ci manca di rispetto, quello che fa male.
CHI ERA EMMELINE PANKHURST
Quella di Emmeline Pankhurst, che dà il nome al “Progetto Emmeline”, con la sua fondamentale lotta nei primi anni del Novecento per far riconoscere il diritto di voto alle donne, è una delle figure più importanti nella storia del contrasto alla violenza e alle discriminazioni dei genere. Ecco una sua breve biografia.
“Se solo fossi un maschio!”: così il padre di Emmeline Pankhurst, nata Goulden, le sussurrò una sera, quando lei aveva sette anni, avvicinandosi per darle la buonanotte, convinto che dormisse.
Chissà se fu anche per merito di quella frase sentita per caso che Emmeline divenne una delle più celebri esponenti del movimento delle suffragette inglesi. Nata il 15 luglio 1858 in un sobborgo di Manchester, in Inghilterra, si trovò a vivere in un’epoca in cui essere donna non era sempre semplice, almeno per le donne più ambiziose, che inevitabilmente trovavano chiuse davanti a sé troppe porte.
Ma Emmeline non poteva accettare questa situazione…
La sua fu una vita intera dedicata a difendere i diritti delle donne, con particolare attenzione e impegno rivolti a ottenere il diritto di voto. Sia lei che le figlie vennero più volte rinchiuse in prigione. Nell’anno 1918 venne concesso il diritto di voto alle donne con più di 30 anni. Soltanto dieci anni dopo, il 21 luglio 1928, la rappresentanza del governo estese il diritto di voto a tutte le donne di età superiore ai 21.
Purtroppo, Emmeline Pankhurst non vide il coronamento finale della sua battaglia: infatti, morì poche
settimane prima della pubblicazione dell’atto, precisamente il 14 giugno 1928.