Caro Gianpaolo,
quando penso al Consorzio la mente corre subito al suo inizio e alle persone che erano con me.
Tu, il DT, Stefania, Roberta, Vanni e Massimo gli allenatori, Stefano, Barbara e il Presidente Rigaldo: mi ricordo che nella tua saggezza esprimevi con un sorriso indimenticabile, a proposito del Presidente, qualche serio dubbio sulla efficacia della sua fatidica frase con cui immancabilmente terminava i discorsi ai giovani atleti … “e ricordatevi di ubbidire ai genitori”. Tempi speciali.
Con il garbo che ti era consueto mi hai impartito le prime nozioni sul mestiere dell’allenatore che un dirigente non può non conoscere.
Ho imparato così, mentre ero segretaria della Pro e tu il DT, che cosa fossero i modelli di prestazione, le tavole sinottiche, le progressioni didattiche e la metodologia dell’allenamento, che la pallavolo si può insegnare bene a tutti, talentuosi e non, ed è meglio partire subito dal mini, che la preparazione fisica è importante fin dalle prime giovanili, che gli allenatori durante le gare patiscono (il famoso “piedino” del Freschi: una specie di balzello che accompagnava le azioni di gioco più importanti), che nel ritiro di settembre in Trentino ci si diverte parecchio mentre si procede alla imprescindibile programmazione della attività stagionale.
Mi hai anche insegnato, temo fin troppo bene, che la FIPAV proprio tutta rose e fiori non è, instillandomi facilmente una certa propensione alla ribellione.
Mi hai sempre incoraggiata ed ho sempre sentito la tua stima e te ne sono davvero grata. Sui valori ci siamo sempre perfettamente intesi. E grazie per il primo dei campionati vinti.
L’ultima fatica che ti ho chiesto di fare si è concretizzata nel bellissimo libricino dal titolo “Appunti sparsi di didattica sportiva con qualche divagazione nella metodologia”. Capitolo primo: elogio del palo tendirete in cui sempre con il solito garbo ironico fai notare come certe abitudini posturali degli allenatori siano di difficile comprensione e di dubbia utilità.
Ti ricorderemo sempre.
Ale