Trovarsi esattamente in quel momento, quello che tanti atleti giovani all’inizio della loro carriera sportiva quasi non osano neanche immaginare. Desiderare, sì. Certamente. Ma immaginare, suona forse presuntuoso. Nicole Modesti rientra all’Arena di Monza dopo un’estate nella Nazionale guidata da Marco Mencarelli. Torna dal Messico, ed esattamente da Durango, dove ha disputato i Mondiali Under 18. Ha qualcosa in più… una medaglia d’argento al collo.
“Non l’ho mai immaginato – esordisce ancora incredula Nicole -. All’inizio quando mi convocavano in Nazionale non ci credevo. Era da poco che facevo il centrale e in quel contesto erano tutte giocatrici bravissime. È stata un’emozione”.
La vice-campionessa del mondo, classe 2004, proviene da Stallavena, un piccolo paese in provincia di Verona che conta 1150 abitanti, il cui sindaco ha voluto che le venisse dedicato un articolo del giornale e dove ormai Nicole è riconosciuta. Si è trasferita a Monza all’età di 14 anni, dopo essere stata notata dal Vero Volley nelle fasi regionali di categoria, cui era riuscita ad accedere con il Valpantena Volley. E ora è un’atleta, oltre che della sua categoria giovanile, della serie B2 di Monza.
“Il sogno c’era sempre, ma l’immagine chiara che potessi andare al Mondiale… quella, no! Sono fatta così, tendo a non farmi illusioni”.
Inconsciamente quella bambina di 7, 8 anni che guardava le partite in televisione e girava per i palazzetti delle serie A della sua zona, stava già imboccando la direzione dei suoi sogni. Si respirava aria di pallavolo in casa Modesti, dato che entrambi i genitori avevano praticato questo sport. “Mi sono appassionata sin da subito – racconta Nicole -. I miei mi portavano a vedere le partite e a me emozionava entrare e stare in un palazzetto”.
Nicole inizia confessando che non ne ha fatte, in effetti, molte di interviste nella sua vita. Si descrive timida, anche se un po’ per volta lascia trasparire una voglia incontenibile di condividere le bellissime sensazioni provate indossando la maglia azzurra. Le brillano gli occhi, umili e attenti, come quelli di chi si sta prendendo cura di un sogno.
Le abbiamo chiesto qual è il motore che la muove, ciò di cui non potrebbe fare a meno. “L’emozione delle partite importanti e la soddisfazione di riuscire a mettere in pratica quello che provo in allenamento – risponde sicura Nicole -. In Messico mi è successo. Il coach mi ha fatto entrare ed ero molto felice e consapevole di dove fossi. Mi tremavano le gambe”. Riaffiorano, così, emozioni recentissime, che Nicole sa trasmettere con semplicità e con una bellissima sensibilità. “La prima volta che ho sentito l’inno è stato troppo emozionante. Ci tenevamo tutte per mano e mi tremava la voce, non riuscivo nemmeno a cantarlo bene. Tremavo e non riuscivo a stare ferma. Lo stesso quando sono entrata in campo, ma lì l’emozione si è trasformata in carica perché tutti volevamo vincere. Ero molto triste per la sconfitta in finale, ma il mattino dopo ero felice per quello che avevamo fatto”.
Poi, emerge quella maturità particolare per una ragazza della sua età. Ci parla del suo fidarsi e affidarsi ai tecnici del Vero Volley quando un anno fa le hanno proposto il cambio di ruolo (da opposto a centrale) e che, in accordo con lei, avevano avuto la giusta intuizione. Nata come un’esigenza di squadra, Nicole l’ha saputa accogliere con entusiasmo e coraggio. “Non tutti avrebbero accettato il cambio di ruolo e penso che quella decisione sia stata la svolta. Ero indietro rispetto alle altre ma ho lavorato. Se avessi fatto l’opposto non sarebbe mai successo tutto questo”.
“Sono cambiata molto – spiega ancora Nicole -. Anche grazie all’esperienza del Mondiale, posso dire di essere cresciuta mentalmente e nel gioco. Ero già sicura in alcune cose, mentre altre le ho imparate là. Credo che Mencarelli sia bravissimo con noi centrali”.
A cosa speri ti portino i sacrifici che stai compiendo ora? “Spero mi portino a giocare in serie A. È il mio sogno sin da piccola. Giocare con le grandi della Nazionale. Ho sempre pensato alla pallavolo come tutto. Vivo questo momento come un bellissimo inizio che può portare a grandi cose, basta metterci impegno”.
Un impegno costante, fatto di quotidianità e di un passo alla volta, l’importante è “dare il massimo in tutti gli allenamenti. Io faccio l’errore di pensarci troppo, ma il segreto è divertirsi. Lo notavo in Nazionale, dove se non ti diverti non ha senso, rischi di avere dei ripensamenti. Se ti diverti, invece, non pensi agli errori ma a quello che hai fatto bene. Se qualcosa ti piace non è un sacrificio, anzi, mi sentivo strana nei momenti in cui non potevo allenarmi o giocare, in passato, nei mesi estivi. Lo preferisco a qualsiasi altra cosa”.
Nicole un po’ si sente diversa rispetto alle sue coetanee. Sa che in poche prendono la decisione di andare via di casa a 14 anni, seguire una routine completamente differente. “Guardavo le mie compagne in vacanza, ed è vero, a volte mi sarebbe piaciuto essere con loro, ma poi vedo l’opportunità che ho davanti e dico sì. Non si sente più la fatica”.
Parlando di brani musicali e riti scaramantici delle giornate in Messico, ci racconta che le canzoni si ripetevano sempre nello stesso ordine e che i posti occupati sul pullman, in spogliatoio o durante l’inno erano rigorosamente gli stessi, sempre vicina a Julia Ituma e Lisa Esposito, con cui ha legato molto anche se dice di essersi trovata bene davvero con tutto il gruppo.
Idoli sportivi? “Tantissimi. Della pallavolo maschile Zaytsev, Juantorena, Leon e Ngapeth. Tra le donne Paola Egonu, ma da quando faccio il centrale soprattutto Anna Danesi, che mi capita di incrociare molto spesso al palazzetto”.
Anche questo è Vero Volley: avvicinarsi ogni giorno di più al proprio sogno.